Treno: i traguardi futuri

I trasporti incidono per un quarto sulle emissioni di gas a effetto serra in tutta l’Unione europea e il dato è in costante crescita. Per conseguire la neutralità climatica, l’UE fissa l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni prodotte dal comparto entro il 2050. Nella decisione finale (Decisione UE 2020/2228, 23 dicembre 2020) con la quale l’Unione europea dichiarava il 2021 “Anno europeo delle ferrovie”, si legge – al punto 4 – che per essere in linea con gli obiettivi fissati per lo European Green Deal è necessario ripensare le politiche soprattutto nel settore dei trasporti e della mobilità. 

 

Trasporto ferroviario, UE e cambiamento climatico

La Decisione UE citata, al punto 6 attesta che le ferrovie hanno un ruolo importante per conseguire la neutralità climatica entro il 2050, perché sono uno dei mezzi di trasporto più rispettosi dell’ambiente ed efficienti dal punto di vista energetico. Sono, infatti, in massima parte elettrificate e incidono sulle emissioni di CO2 a livelli molto inferiori rispetto al trasporto su strada o per via aerea. Inoltre, dal 1990, hanno ridotto in maniera costante le proprie emissioni di gas a effetto serra e di CO2. Tra il 1990 e il 2016 il settore ferroviario ha diminuito anche il proprio consumo di energia e utilizza, via via in quantità crescente, fonti di energia rinnovabili.

Promuovere l’uso del treno significa anche (punto 4): «[…] mettere gli utenti al primo posto e fornire loro alternative più convenienti, accessibili, sane, pulite ed efficienti sotto il profilo energetico». Occorre considerare (punto 13) che: «I pendolari costituiscono l’80-90 % di tutti i passeggeri del trasporto ferroviario. Ciò implica che gli agglomerati urbani contribuiscono in modo significativo alle prestazioni complessive del trasporto ferroviario di passeggeri. La mobilità urbana intelligente dipende dalla modernizzazione e dal rinnovo delle linee suburbane e regionali sottoutilizzate per conseguire un basso impatto ecologico e una coesione sociale ed economica». Inoltre, (punto 8): «Le regioni periferiche si trovano sovente ad affrontare una situazione doppiamente difficile a causa della loro natura rurale e della loro ubicazione periferica rispetto alle reti nazionali». 

Per quanto riguarda la movimentazione di merci, la quota del trasporto ferroviario a livello UE è diminuita. Gli ostacoli da superare per arrivare a realizzare un autentico spazio ferroviario unico europeo sono ancora molti, anche perché spesso il trasporto su rotaia si trova a doversi confrontare con pratiche commerciali e operative obsolete, e con l’invecchiamento delle infrastrutture e del materiale rotabile.

 

L’innovazione delle ferrovie italiane

Il PNRR ha assegnato cica 24 milioni di euro a RFI Rete Ferroviaria Italiana e al gruppo FS per opere già cantierate e in corso di completamento che riguardano l’Alta Velocità, le nuove opere Alta Velocità del Sud (Salerno-Reggio Calabria e Battipaglia-Taranto), le nuove linee trasversali tra Orte e Falconara e la Roma-Pescara, il completamento della Palermo-Catania, investimenti in nodi urbani e ferrovie regionali, il programma Ertms per l’estensione e completamento del sistema elettronico di controllo di marcia dei treni.

Intervenendo al convegno “Molto futuro”, lo scorso novembre, l’AD del Gruppo FS Luigi Ferraris ha dichiarato che: «Il piano di investimenti del Gruppo FS da 190 miliardi di euro permetterà di aumentare la capacità del trasporto del 20%, favorendo l’uso del treno sia per il trasporto passeggeri che per la logistica». Accettando la sfida lanciata dalla UE di portare il trasporto collettivo ad essere preferito su quello privato, il Gruppo sta lavorando su progetti di intermodalità del trasporto, che coniughino la mobilità su gomma a quella ferroviaria, soprattutto per raggiungere località turistiche di forte richiamo. FS sta investendo, inoltre, su tecnologie digitali, come il già citato Ertms, lo sviluppo di manutenzione predittiva delle infrastrutture e sulla connettività a bordo, per migliorare il segnale su tutti i treni inclusi regionali e intercity, e assicurare il wi-fi anche nelle oltre 2.000 stazioni.

Per quanto riguarda il tema energia, il Gruppo FS ha avviato un censimento di proprie aree non funzionali per il trasporto o lo stoccaggio di merci, per un totale di 30 milioni di mq in tutta Italia, in cui saranno installati pannelli solari, infrastrutture di storage e alcuni impianti minieolici, in modo da arrivare a coprire il 40% del fabbisogno con 2mila MW di capacità installata.

 

In Puglia si sperimenta il futuro

A settembre 2022 è stata firmato un protocollo d’intesa tra Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (oggi Infrastrutture e Trasporti), Ferrovie dello Stato Italiane, Rfi, Regione Puglia e Autorità Portuale di Taranto per la sperimentazione di forme avanzate di mobilità ferroviaria per l’uso di tecnologie a levitazione magnetica, già operativa in alcuni Paesi del mondo, Giappone su tutti. Il protocollo, del valore di 4 milioni di euro a copertura dei costi fino alla realizzazione di prototipi e sperimentazione sul campo, consentirà di testare la fattibilità di trasporti di merci e persone ad altissima velocità, a partire da un territorio regionale, per contribuire a portare l’Italia ai primi posti in Europa nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia e sostenibili.

 

Altre tecnologie sono allo studio o in varie fasi di sperimentazione con l’obiettivo di rivoluzionare il trasporto ferroviario con la possibilità di viaggiare anche fino 1.200 km orari, come nel caso del progetto Virgin Hyperloop, nato da un’idea di Elon Musk e portato avanti dalla statunitense Virgin, che prevede di realizzare un trasporto pubblico completamente automatizzato, in grado di coprire anche tratte molto lunghe, consumando pochissima energia e viaggiando in una rete di tunnel sopraelevati trasparenti dotati di pannelli solari per assorbire la luce. Occorrerà attendere solo qualche anno – e che tutti i test vadano a buon fine – e un viaggio tra Roma e Milano potrà durare mezz’ora.

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