asd

L’equilibrismo di Kamala Harris sulle politiche climatiche: tra ambizione e pragmatismo

In un precedente articolo di questo blog avevamo messo a confronto le politiche sul clima dei due candidati alla presidenza. Considerato il cambio in corsa dei democratici, a causa della rinuncia del presidente Biden, è importante fare un piccolo approfondimento sulle posizioni della vicepresidente Kamala Harris, per capire cosa possiamo aspettarci da una sua eventuale presidenza.

L’ambizioso passato di Kamala Harris

Kamala Harris si è da sempre distinta per il suo forte impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, un impegno che risale ai suoi primi giorni in politica. Nel 2019, durante la sua campagna presidenziale, presentò un piano da 10 trilioni di dollari per affrontare la crisi climatica, con investimenti massicci in energie rinnovabili e il chiaro obiettivo di rendere gli Stati Uniti leader globali nella lotta all’emergenza ambientale. Allora, Harris sostenne senza mezzi termini il Green New Deal, un piano ambizioso per raggiungere la neutralità carbonica, che prevedeva azioni radicali per frenare l’inquinamento e promuovere la giustizia climatica. Questo la posizionava chiaramente tra i progressisti più decisi sul tema ambientale. Inoltre, il suo passato di procuratrice in California, dove perseguì grandi aziende come ExxonMobil per aver ingannato il pubblico sugli effetti del cambiamento climatico, è un ulteriore esempio del suo impegno a favore di un ambiente più pulito e sicuro.

Il compromesso con il fracking: una delusione necessaria?

Eppure, nonostante l’ambizione iniziale, il percorso politico di Harris ha richiesto dei compromessi. Forse uno dei più controversi è stata la sua posizione sul fracking. Mentre durante la campagna del 2019 si dichiarava favorevole a vietare questa pratica, negli ultimi anni, complice il ruolo istituzionale che ha ricoperto, ha fatto marcia indietro, dichiarando di non volerlo bandire. Questa scelta, che per molti ambientalisti è stata vista come un tradimento, potrebbe essere interpretata come un tentativo di non alienare i lavoratori dei settori dell’energia in stati chiave come la Pennsylvania, dove il fracking è una delle principali attività economiche, ed essendo uno stato in bilico alle elezioni di novembre, ogni decisione drastica potrebbe far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

È chiaro che Harris si trova di fronte a una sfida: come conciliare la necessità di una transizione energetica verde con la realtà economica di territori fortemente legati all’estrazione di combustibili fossili? Questa ambiguità strategica ha sollevato dubbi tra gli ambientalisti più radicali, ma allo stesso tempo potrebbe essere vista come una scelta pragmatica per mantenere l’equilibrio tra l’ambiente e l’economia. In fondo, la stessa Harris ha sottolineato che una crescita sostenibile non deve escludere l’uso di tecniche come il fracking, ma che occorre fare di tutto per ridurre il loro impatto ambientale.

Un futuro più verde: speranza o illusione?

Nonostante i compromessi, Harris ha mantenuto una linea coerente nel voler promuovere un futuro più sostenibile e nel lavorare per il bene del pianeta. Va infatti riconosciuto il suo ruolo cruciale nell’approvazione dell’Inflation Reduction Act del 2022, il più grande investimento mai fatto negli Stati Uniti in energie pulite e lotta al cambiamento climatico. Grazie a questo atto, il paese ha finalmente preso una posizione più decisa, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 e di puntare a un’economia a zero emissioni nette entro il 2050. Se dovesse diventare presidente, Harris avrebbe l’opportunità di consolidare questa transizione verso le energie rinnovabili, spingendo ulteriormente sulle auto elettriche, sul potenziamento della rete di energie rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di metano.

In conclusione, dovrà trovare il giusto equilibrio tra azioni concrete e il pragmatismo necessario per ottenere consenso politico. Gli ambientalisti, seppur prudenti, rimangono fiduciosi nel suo potenziale di guidare gli Stati Uniti verso una transizione energetica più verde.

 

Fonti utilizzate

The Washington Post

Renewable matter

Caterie di articoli

Altri Articoli